Svariate sono le cause che portano alla formazione di queste alterazioni di rapporto tra retina e corpo vitreo, tra le principali identifichiamo l’invecchiamento dell’occhio, l’accumulo di liquidi sotto la retina, i traumi, il diabete, le malattie infiammatorie.
Tre sono le principali patologie dell’interfaccia vitreo-retinica: foro maculare , trazione vitreoretinica, membrana epiretinica.
Il trattamento è fondamentalmente chirurgico e varia in base allo stadio di danno retinico e di compromissione funzionale.
L’intervento standard consiste nella vitrectomia; tale intervento prevede l’asportazione delle trazioni presenti a livello retinico e l’eventuale utilizzo di una sostanza tamponante, come aria, gas o olio di silicone che potrà riassorbirsi spontaneamente nell’occhio o dovrà essere successivamente rimossa.
I sintomi principali delle patologie dell’interfaccia vitreo-retinica sono la percezione di visione distorta e l’alterazione della messa a fuoco (metamorfopsia), così come la comparsa di una macchia centrale (scotoma), che il paziente percepisce come un’ombra sull’occhio perennemente presente.
La diagnosi viene formulata in seguito alla visita oculistica, confermata da una tomografia a coerenza ottica (OCT). Esistono test domicliari eseguibili direttamente dal paziente che permettono una rapida e prima autovalutazione sulla percezione di distorsioni o riduzioni dell’acuità visiva centrale.
Il test di Amsler, utilizzato per individuare in modo semplice e precoce la metamorfopsia, per esempio, è uno di questi
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